lunedì, ottobre 25, 2010

Il Manto di Maya

Il Grande Freddo torna a imperversare nelle strade, e i rapporti tra essere umani si fanno più ovattati, ingolfati da mglioni e cappotti: ecco che spogliarsi delle pesanti armature che indossiamo contro le intemperie diviene, dunque, un gesto carico di intimo significato, quasi come squarciare il velo di Maya... quindi sbizzarriamoci pure ad avvolgere l' essenza esistenziale con il cappotto, pensato in chiave trasformista: dal Gaucho avventuroso proposto da Ferragamo, all' intellettuale radical-chic di Canali, che indossa solo monopetto di cashmere, al marinaio dall' anima urbana di Alessandrini, affezzionato all' Admiral Coat blu doppiopetto antiacqua e antivento, che però si allunga e si alleggerisce nei volumi, per navigare tra le vie cittadine perfettamente a proprio agio, anche in auto. E, per le personalità più marcate, spuntano ovunque meravigliosi montoni, letti in chiave classicamente sportiva e bon ton dall' avventuriero in auto d' epoca di Ralph Lauren (Purple Label Collection), che lo indossa alla vita, doppiopetto, dal bavero ampio e sollevato, magari abbinato ad un essenziale borsone da viaggio, e dall' univeristario bon ton presentato da Dunhill, che invece opta per un patchwork dall' effetto alquanto giovanile e sbarazzino. Una particolarità è rappresantata dalla Maison Hermés che, nel rivisatare le origini del vello di montone nell' abbigliamento moderno, torna al mondo degli aviatori del Primo conflitto Mondiale, proponendo un trench doppiopetto in pelle, stretto in vita da un cinturone, con collo staccabile in montone. Passando per il montgomery imbottito in tessuto tecnico effetto pelledisegnato da F. Giannini per Gucci, per chi non volesse rinunciare al suo leather style neanche tra le piste da sci, dove magari la pelle è poco indicata, si approda al sempiterno cammello, istituzione dell' abbigliamento maschile invernale, tanto iconico ed elegante da essere diventato un po' il modo di vestire di certa società fino agli anni '50, e oggi, per evitare l' effetto Al Capone occorre assolutamente evitare accostamenti arditi, e adottarlo con la dovuta autoironia, e, se il più indicato è forse il jacket dal taglio kafkiano presentato da Louis Vuitton, un bel doppiopetto solido e strutturato sarebbe totally Traditonal Revolution!!






Hard Cold returns. and relationships between people became more muffled, jammed in sweaters and coats, so stripping heavy armors thet we wear against the weather becomes, therefore, a gesture full of inner meaning, as if the veil of Maya ... so well. let's have fun to wrap the 'existential essence with the coat, designed in key-change: the adventurous Gaucho proposed by Ferragamo, to the intellectual radical-chic by Canali, wearing only single-breasted cashmere, the sailor from 'urban soul by Alessandrini, affected to 'Admiral blue double-breasted coat waterproof and windproof, but stretching and becoming lighter in volume, to navigate the streets perfectly at ease, even by car. And, for the most pronounced personalities, wonderful sheep popping up everywhere, beds in a classic sports and etiquette from 'adventurer' driver of Ralph Lauren (Purple Label Collection), who wears it to life, double-breasted, wide lapels and the relieved, perhaps combined with an essential travel bag, and by 'bon ton collegiate by Dunhill, who instead opted for a patchwork' effect rather young and carefree. A special feature is that presented by the Maison Hermès inspired by the origins of the fleece of sheep in the 'modern clothing, returning to the world of the aviators of the First World War, offering a double-breasted leather trench coat, tight at the waist by a belt with detachable neck ram. Passing through the duffel stuffed with fabric to leather effect disegned by F. Giannini for Gucci, for those unwilling to give up his leather style even among the ski slopes, perhaps where the leather is just unindicated, is the everlasting camel lands, establishment of the 'men's winter clothing, so iconic and elegant that it has become a bit 'the dress of a certain people until the '50s, and today, to avoid the' Al Capone effect should be avoided at daring combinations, and adopt it with due self-mockery, and if the jacket by kafkaesque cut suggested by Louis Vuitton is probably the most appropriate, a good solid double-breasted would be totally Traditonal Revolution!!

martedì, ottobre 19, 2010

Come mosche nella rete...


Con tre giorni di ritardo ho deciso di raccontarvi la magnifica esperienza vissuta sabato al Palazzo Reale di Milano: ho incontrato forse il più grande Traditional Revolutioner ch la storia annoveri tra le sue fila: Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí Domènech, marchese di Púbol. Una mostra in programma fino al 30 Gennaio 2011 dà la possibilità di incontrare il mitico e poliedrico artista, lontano dal clamore che i suoi dipinti leggendari hanno creato, tra pezzi selezionati e accuratamente studiati per comunicare il senso più profondo dell' opera daliniana, e magari scambiarci due chiacchiere sul senso dell' umana esistenza, e sulle sue personalissime visioni della vita, perchè no, accomodandosi nel salotto buono, anzi, decisamente di rappresentanza: addirittura il volto della bellissima Mae West, comodamente reclinati sulle meravigliose labbra dell' attrice. In questo continuo succedersi di suggestioni, di immagini, di impressioni, spesso soffocanti (a mio parere la grandezza assoluta di Dalì, è riuscire a comunicare l' impressione di essere braccati anche nel piu desolante vuoto e silenzio dei suoi dipinti), passeggiando, ma più spesso correndo terrorizzati (l' acuto quanto amaro piacere del dolore cerebrale sublimato dai paesaggi lunari, calmi fino all' esasperazione, ma che sai, da un momento all' altro, potrebbero esplodere in una moltitudine di lingue di fuoco, dissolvenze inquietanti, animali feroci, giraffe e pesci in fiamme...) tra i capolavori esposti, soffermandosi doverosamente sull' entusiasmante "Mattino, mezzogiorno, sera" e lasciando le sue seicentesche contadine tra i loro puntini, senza poter fare a meno di voltarsi per controllare che una di loro, o magari l' Infanta di Spagna incorniciata poco più a destra, non ci stiano seguendo nel lunare paesaggio "Tavolino su Spiaggia". E mentre, preoccupati per una tale (probabilissima, al cospetto di Dalì) evenienza, ci si perde a pensare sul parallelismo, con cambio di prospettiva ma non di occhio, con il Giorno di pariniana memoria, si è già cambiato ambiente, e dalle asimmetrie pastello e fluo delle Stanze dei Sogni, si è entrati nel rassicurante Blu Reale e Oro della Stanza del Silenzio, dove tutto è perfettamente simmetrico, e le dissonanze oniriche , scompaiono, in un' eco lontana di swing, commentatori dell' Istituto Luce e possenti sinfonie, colonne sonore non già dei molti documenti video presentati, ma soprattutto delle lunghe traversate nel sogno che ci hanno regalato. Dopo una tormentata passeggiata in piazzali e cortili che richiamano De Chirico, ma quasi sussurrando, che l' irreale equilibrio instauratosi non  crolli in mille esplosioni, si approda all' ultima stanza, che tuttavia trascende tutti i canoni dell' "ultima stanza" di una qualsiasi mostra: si propone come naturale continuazione, del sogno, della riflessione, della meditazione, perchè è vero che, anche se non si può fare a meno di sorriderne, tutti almeno una volta nella vita ci siamo soffermati sul fatto che "l' unica efficacia nella vita degli uomini è ricondursi allo spazio intrauterino, per le donne, è l' usurpazione, e la reclamazione della dimensione dessssosssssiribonucleica".... Completely Traditonal Revolution!




venerdì, ottobre 15, 2010

Tommy Hilfiger Cast by Grazia 14/10/2010

Ieri pomeriggio ho partecipato al cast indetto dal magazine Grazia per Tommy Hilfiger. Come ogni fashion-event milanese, anche questo è stato organizzato in maniera splendida ed assolutamente efficiente: uno staff molto disponibile mi ha indicato tutte le procedure per l' iscrizione, e nonostante la grandissima affluenza di pubblico ed aspiranti "membri" della "famiglia" Hilfiger (l' evento è stato denominato, appunto, "Ritratti di Famiglia"), l' attesa è stata dolcemente smorzata da gustosi aperitivi che convergevano " a fiumi" sulla piccola folla radunata nel reparto donna del negozio di P.zza Oberdan, e nonostante il poco tempo a disposizone, visto il successo ottenuto, lo staff Grazia e lo staff TH si sono prodigati per riuscire nell' impresa di accontentare tutti, ed il bello è che ci sono riusciti! Giudizio sull' evento e sulla sua organizzazione completamente positivo, soprattutto per il messaggio lanciato: la moda non è un Gotha di inarrivabili arroccato sulla perfezione, che lascia il resto del mondo a guardare; la moda siamo noi: essa è costruita quotidianamente da coloro che si lasciano suggestionare dalle opere, le comprano, le mettono in circolazione e ne creano il mito,così la Moda diventa Arte, e Lifestyle, così entra a far parte del bagaglio culturale di ognuno; altrimenti stiamo parlando di bellissimi pezzi di stoffa messi addosso a bellissimi mucchietti d' ossa... Completely Traditional Revolution!


Come rovinare la perfezione dell' evento...


Yesterday afternoon I attended the cast organized by Grazia magazine for Tommy Hilfiger. Like any fashion event in Milan, this was beautifully organized and in an efficient way: a helpful staff pointed out to me all the procedures for 'enrollment, and despite the huge numbers of visitors and prospective "members" of the Hilfiger "family" (the event has been called, in fact, "Family Portraits"), waiting was gently subdued by tasty appetizers that converged on the small crowd gathered in the women's department in the store in Piazza Oberdan, and despite the short time arrangements which, given the success achieved, the staff of Grazia and the staff of TH spared no effort to succeed in 'business to please everyone, and they did! Findings on event and its organization is completely effective, especially for the resounding message: fashion is not an unattainable perched on a perfect Gotha, which leaves the rest of the world watching, the fashion is us: it is built every day by those who allow themselves to be influenced by the works, buy them, put them into circulation and create the myth, so the Fashion becomes Art, Lifestyle and so became part of the cultural background of each one, otherwise we are talking about beautiful pieces of cloth to put on beautiful piles of bones ... Completely Traditional Revolution!

martedì, ottobre 05, 2010

Camminare sulle Nuvole...

Pioggia, freddo, vento: Inverno. E, quest' anno, oltre a giacche, maglioni, cappotti, sciarpe e guanti l' Uomo di stile avrà un' altra carta per giocare con il meteo ed il Gusto: i calzini. Troppo spesso relegati alla dimensione del "tanto, non si vedono", le calze da uomo sono effettivamente un accessorio fondamentale nel guardaroba e non solo perchè si vedono, eccome, ma soprattutto perche aggiungono un' allùre particolare alle mises più svariate: confinate i calzini bianchi di spugna nel borsone della palestra ed assumete come diktat che con l' abito si indossano solo clazini in filo di Scozia o caldo cotone blu o neri, per la sera (a meno che non ci si vesta di blu!), ricordando che, se si indossa lo smoking, i calzini saranno di seta nera a prescindere dalla stagione. Ciò detto, per tutti gli altri outfits sbizzarritevi pure a piacimento! Ad esempio, sono ormai da anni affermati i calzini di Gallo, a righe multicolori, elgantemente ariosi e liberi, da abbinare con jeans e maglione o, per i più arditi, anche con blazer e cravatta. Altra icona invernale sono i Burlington a rombi, con quell' aria molto preppy, i cui nobilissimi fratelli sono i preziosi Ballantyne in cashmere o filo di Scozia, da abbinare alle losanghe del maglione, ovviamente della stessa Maison. E se lo stile vuole essere formale e condensare la propria estrosità in un unico dettaglio, come non lasciarsi andare al molle lusso di un paio di Church's, in filato di lana merinos, quasi impalpabili, con una corona ricamata a mano sul lato della calza destra? O, ancora, come non cedere al richiamo della claze di Hermés, in fil d' Ecosse tinta unita, sormontate dall' H rigorosamente a contrasto o, emblema della sbarazzina eleganza alla francese, tono su tono? Quando il freddo punge, non possono assolutamente mancare i caldissimi calzini in cashmere della collezione Polo by Ralph Lauren, magari nell' iconico giallo crema, assoluta espressione di un' eleganza mai ingessata, ma in continuo movimento, percorrendo i sentieri della Traditonal Revolution...




Rain, cold, wind: Winter. And, this year, as well as jackets, sweaters, coats, scarves, gloves the' Man of Style will have another card to play with the weather and Taste: the socks.Too often relegated to the realm of the "doesn't matter, not seen", the socks are actually a key accessory in the wardrobe and not just because you see, oh yes, but mainly because it adds a special allure to the various outfits:you've to confine white terry-cloth socks in the gym bag and hire as diktat that with a dress you wear only socks in lisle cotton, blue or black, for the evening (unless you are dressed in blue!), whereas, if you are wearing a dinner jacket, they will be black silk socks in all seasons. That said, for all other outfits go wild well at will! For example, for many years established the Gallo socks, striped multi-colored, airy and free enjoy, to be worn with jeans and a sweater or, for the more daring, even with blazer and tie. Another winter image are the diamonds in Burlington, with that very preppy look, whose noble brothers are precious  Ballantyne in cashmere or yarn of Scotland, to go with the diamond sweater, obviously by the same Maison. And if the style is intended to be formal and condense his flair in a single detail, such as not letting go the soft luxury of a pair of Church's, wool yarn merino, almost ethereal, with a crown embroidered by hand on the side of the right sock Or, how not to yield to the call of the socks of Hermes, in plain fil d 'Ecosse, topped by' H or strictly by contrast, the emblem of saucy French elegance, tone on tone? When the cold bites, can not miss the scorching collection of cashmere socks by Polo Ralph Lauren, perhaps in the 'iconic cream yellow, absolute expression of an elegance never plastered, but in continuous movement along the paths of Traditonal Revolution .. .

venerdì, ottobre 01, 2010

Il primo passo serio della vita...



Qualcuno disse: "Possedere una cravatta è il primo passo serio della vita". Non avrebbe potuto avere più ragione: in effetti la cravatta ha la stessa funzione che, fino a qualche decina di anni fa, avevano i pantaloni lunghi: distinguere l' uomo dal ragazzino -mi sembra superfluo precisare che, per cravatta, non è assolutamente intesa quella pendente biscia di stoffa che si vede, ultimamente, pendere dai colli di molti, immancabilmente declinata in colori tra l' assurdo e l' improponibile-. Ovvio che la "serietà" dell' annodarsi questa istituzione vestimentaria al collo non deve inibire il senso estetico di chi la indossa, ma anzi deve spronarlo a creare mise che, laddove siano perfino ardite, non tralascino mai le due caratteristiche basilari dell' abbinamento d' eleganza: naturalezza e buon gusto. Tramontata l' epoca dell' elegante non farsi notare, la ricercatezza del contemporaneo Dandy è sotto gli occhi di tutti, e si esalta con la raffinatezza e la preziosità di forme, volumi e materiali, pur rifuggendo l' opulenza che, sebbene non sempre kitsch, turba il suo sensibile senso estetico.Ecco quindi un proliferare di cravatte, cinque o sette pieghe (la stoffa che le compone è stata piegata cinque o sette volte, cosa che conferisce un diverso spessore alla cravatta), di seta, maglia o cachemire (gli unici materiali che l' Uomo di Stile ammetterà nel suo guardaroba), in nuances che spaziano tra il tinta unita nei colori "canonici" (blu, grigio, qualche nota pastello, pochissimo nero), le stampe a microdisegni geometrici molto discreti (leggendarie le cravatte E. Marinella,cui si appaiano degnamente a quelle della M. Cilento e F.lli), anch' esse prodotte in colori assolutamente sobri.Un capitolo a parte, va aperto per le cosiddette cravatte Regimental, con linee trasversali: di tradizione Britannica, esse riportavano i colori dell' Arma del Reggimento militare da cui erano adottate. In seguito importate nelle Università americane della Ivy League, assumono i colori degli Atenei d' appartenenza. L' uso americano è quello di inclinare le righe verso sinistra, i Club ed i reggimenti britannici preferiscono, invece, la pendenza a destra. Questo dettaglio si può rivelare utilissimo per il Gentleman che voglia indossare una cravatta con i colori di un' Università, pur non avendola mai frequentata: gli basterà scegliere un capo con le pendenza delle righe opposta rispetto all' "originale" per non insoddisfare il suo gusto, mantenendo intatto l' onore (è considerata un grave mancanza, in certi ambienti, indossare i colori di un' Arma cui non si appartiene). Naturalmente, non c'è nessun consiglio per la Stagione corrente... la cravatta è uguale a sè stessa dal 1910, ed è questo a renderla una vera "arma" della Traditional Revolution.










Someone said: "Owning a tie is the first serious step in life." He couldn't be more right: In fact the tie is the same as that until a few decades ago, were long trousers: distinguishing the 'man by the boy- it seems worth pointing out that, in tie, is in no way intended the snake hanging cloth that can be seen, lately, hanging from the necks of many, inevitably declined in colors between the 'absurd and the impossible. Obviously the "seriousness" of wearing that institution of menswear should not inhibit the aesthetic sense of the wearer, but rather to encourage it to create outfits that, even if they are brave, do not ever leave out the two basic characteristics of elegant combinations: naturalness and good taste, naturally.End the era of a smart not to be noticed, the sophistication of contemporary Dandy is visible to all, and is enhanced with the refinement of forms, volumes and materials, while avoiding the opulence which, though not always kitsch , upsets his aestethic sense. So, there is a sensitive proliferation of ties, five or seven folds (the fabric that was folded up five or seven times, which gives a different dimension to the tie),in silk, cashmere, or silk knitted ( the only materials that  Man of Style admit in her wardrobe), in shades ranging from solid colors in the "canonical" (blue, gray, few notes of pastels, very little black), geometric prints micropatterns very discrete (legendary E. Marinella ties, which are displayed with dignity to those of M. Cilento & F.llo), also produced in soft colors.
It should be open an absolutely different chapter about the so-called Regimental ties, with cross lines: traditional British, they reported the color of the arm by military regiment from which they had taken. Subsequently imported in American universities of the Ivy League, took on the colors of the universities' membership. The American attitude is to tilt to the left rows, the Club and the British regiments prefer, instead, the slope on the right. This detail can be useful for the Gentleman who wants to wear a tie with the colors of a university, without ever having attended it: just choose the one with the slope of lines opposite to the' original 'in order to not  betray his taste, while maintaining the honor (it is considered a serious lack, in some circles, wearing the colors of a' weapon which does not belong). Of course, there is no advice for the current season ... theution. tie is the same since 1910, and this is to make it a true "weapon" of the Traditional Revolutin